sabato 3 gennaio 2015

Prendendo la palla al balzo da “Do it for Denmark”: romanticismo e sistema

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Esplicito: romanticismo = procreazione.
Questa iniziativa danese chiamata Do it for Denmark riassume (anche se non esplicitamente e con ben altri intenti) quello che dico da anni, ovvero che il romanticismo è qualcosa di indotto per farci diventare schiavi del sistema.
Ci vengono vendute storie strappa lacrime ed emozioni da soap opera fin dalla nascita in modo che "da grandi" possiamo fare confusione su tre cose ben distinte: procreazione, amore e passione.
Tre parole oggi racchiuse nel vuoto totale del romanticismo, lontano da quello sublime di Dostoevskij, ma molto vicino alle necessità economiche dei vari Stati, sempre meno liberi e schiavi di ingranaggi economici.



Ancora peggio del matrimonio, ultimo insensato baluardo del controllo cattolico sulle famiglie, è oggi la convivenza e i rapporti “easy”.
L’illusione di aver meno obblighi rispetto alle canoniche figure di marito e moglie, porta gli individui a pensare di essere maggiormente emancipati e distanti da interessi esterni. Tuttavia si dimentica troppo spesso che non sono i modi o le situazioni il problema, ma semplicemente l’interesse che c’è dietro.

Non sono né contro il matrimonio, né contro la convivenza. Tanto meno contro la procreazione. L’unico errore fondamentale nasce nel costruire una famiglia nella totale inconsapevolezza. 
Non sono neanche contro gli istinti, ed anzi, un istinto carnale, quindi totalmente naturale, ha una saggezza maggiore del bieco romanticismo. Infatti l’impulso sessuale è qualcosa di adatto allo stato brado della vita, dove non ci sono vincoli esterni indotti da società complesse. 
Il “mestiere” di genitore non si idealizza, si impara vivendo come tutto il resto, e quindi l’istinto sessuale appare come un mezzo più che lecito della natura per salvaguardare la specie.
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Tuttavia la semplice purezza di questo istinto basilare è divenuta oggi un’arma a doppio taglio. Crescere un figlio non è più legato semplicemente all’istinto e al territorio, ma deve fronteggiarsi con tantissime altre variabili, tra cui la più micidiale: la macchina dell’economia.
Comprendere questo è determinante nel vedere l’infido strisciare del romanticismo, tronfio di obblighi pseudo-morali e fittizie responsabilità. Il quale si insinua piano piano, passando in primo luogo per le relazioni di coppia fino allo sfociare nella procreazione. 

Infarciti di idee su cos’è giusto e sbagliato, su cos’è o meno l’amore, ci dirigiamo in maniera totalmente insensata verso il nefasto mondo dell’idealizzazione, dove ci ritroveremo come “ottimi” genitori adempienti al conformismo comune per crescere in maniera “sana” il nostro figliolo.  
Questo indottrinamento mischiato a situazioni, sì penose, ma irrinunciabili per la via del “male minore”, non garantirà in realtà nessun reale beneficio, né a noi, né al nostro partner, né a nostro figlio; semplicemente sarà uno strumento efficace di indebitamento nostro a favore dell’attuale insano sistema economico.

Questo però non dev’essere neanche un monito per favorire incongruenti e inutili slogan contro le famiglie o favorevoli al non procreare. Semplicemente bisogna prendere consapevolezza della realtà ed emanciparci da questi dannosi circoli viziosi che troppo spesso non fanno altro che far ruotare un sistema malato senza trovare un’effettiva soluzione. Essa risiederà solamente nella crescente coscienza di quello che ci sta attorno; per questo è però necessaria la nostra partecipazione e non la nostra idealizzazione. La stessa che appare ancora peggiore quando si idealizza con idee neanche totalmente nostre.
Ecco lo spot Do it for Denmark.


(Autore: Gufo Oscuro)
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